Il telecomando è uno strumento che la modernità ci ha consegnato entrando quasi in sordina nella nostra vita con la tv da 100 canali, strumento a volte dileggiato o indicato quale metafora del potere di chi lo manovra in famiglia…
Ci siamo riempiti di telecomandi per aprire la porta dell’auto, un cancello, per accendere e manovrare tanti altri aggeggi che ci siamo portati in casa, esso fa parte della nostra vita come l’elettricità, l’acqua calda corrente e così via. Non sapremo più farne a meno. In oltre il 70% delle famiglie c’è il Computer, il quale ha amplificato questo senso di potere, con la possibilità di correggere comandi affrettati ritornando indietro, ripristinando cioè lo stato precedente all’errore, c’è persino l’estrema possibilità del pulsante “reset” che riavvia la macchina quando non risponde più ai comandi. Che bello!.
La vita non possiede questi strumenti non c’è il telecomando del sentimento o della passione. Non c’è il pulsante della conoscenza. Così come non c’è la possibilità di tornare indietro se passiamo con il semaforo rosso e men che meno si può “resettare” quando crediamo di non farcela più.
Questa è la schizofrenia del virtuale e del reale con la quale dobbiamo convivere capendo che non ci sono pulsanti magici che rispondo al nostro comando per cambiare canale se non ci piace ciò che stiamo vedendo intorno a noi o vivendo. Dobbiamo esserci, entrare in ciò che ci appassiona. Star dentro agli avvenimenti, cercare di capirli, partecipare, navigare – per usare un termine di internet – dentro le emozioni degli incontri. Bisogna spendere un po’ di noi per avere in cambio altrettanto e così crescere un poco ogni giorno, mutando una città in una comunità vitale che vive il proprio senso di appartenenza, ben sapendo che non è un computer che non ci sono telecomandi e non si sono “annulla” per eliminare gli errori ma è fatta di passi continui, di vivacità, di comprensione, di saperi e di confronti.
Navighiamo, discutiamo, cambiamo, miglioriamo, ma partecipiamo per comporre questo presente che non è altro che la nostra storia costruita insieme agli altri. Dentro ogni incontro ci sono persone che l’hanno immaginato, progettato e avviato, dedicando un parte di loro stessi con cuore e competenza, si aspettano di incontrarci. Non deludiamoci.